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LE SCUOLE IN ITALIA : UNA SU TRE E' A RISCHIO SISMA, IL 50% NON E' A NORMA SICUREZZA

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno..... ci riguarda da vicino!

Però se se ne scrive o se ne parla si viene tacciati di allarmismo!

Chi non esegue o fa eseguire le opere di adeguamento cosa è?

Pensieri....... 

 

Troppo fragili le scuole lucane
non reggerebbero ad un terremoto
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Aulascuoladi MASSIMO BRANCATI

POTENZA - Aule che cadono a pezzi, intonaci che si sbriciolano al primo alito di vento, controsoffitte che fanno acqua da tutte le parti. La scuola lucana, sul fronte dell’edilizia, accusa problemi che sembrano essersi incancreniti. Lo testimoniano i recenti casi di Scanzano e Palazzo, ma anche l’assenza di documenti che attestano la sicurezza dell’edificio. Atti ufficiali che formalizzano i risultati di un’indagine sulla «solidità» dei locali. Non sono «scartoffie» ma carte di grande importanza.

Eppure una sessantina di istituti scolastici di ogni ordine e grado della Basilicata (il cui elenco è rigorosamente top secret) non dispone del certificato di «agibilità statica» e in trenta manca quello di «agibilità igienico-sanitaria». Circa il 7% degli istituti lucani, inoltre, non ha redatto il documento di rischio e il 20% non ha designato il responsabile del servizio di protezione e prevenzione (Rspp).

Sono alcuni dei dati più significativi di un monitoraggio sulla situazione dell’edilizia scolastica in Basilicata effettuato su un campione di 150 delle 700 scuole dell’obbligo ed istituti superiori (escluse le materne e gli asili nido) presenti sul territorio lucano. Nel 15% degli edifici monitorati non sono stati effettuati, negli ultimi cinque anni, interventi di manutenzione ordinaria. E, sempre secondo l’indagine, ci sarebbero alcuni istituti che non dispongono neppure di un piano di evacuazione in caso di terremoto. Strano a dirsi in una regione, la Basilicata, a forte rischio sismico.

Il quadro generale è davvero poco incoraggiante. Per mettere in sicurezza tutte le scuole della Basilicata - secondo una stima del dipartimento infrastrutture della Regione - ci vorrebbero non meno di 400 milioni di euro. Interventi strutturali, di adeguamento antisismico, igienico sanitario, o per il rispetto della normativa antincendio: sono di vario tipo le opere da effettuare in osservanza delle disposizioni in materia di sicurezza tra i banchi.

Il punto è che i fondi a disposizione non sono sufficienti. E non solo per la Basilicata. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Infrastrutture, Innocenzo Loguercio, ha cercato di dare una scossa al settore dando il via libera, lo scorso gennaio, a contributi per interventi urgenti da eseguire in alcuni edifici scolastici di cinque comuni lucani, tre in provincia di Potenza e due del Materano. In particolare nell’area nord sono stati interessati dall’assegnazione dei contributi tre centri: Genzano di Lucania, Lagopesole e Banzi. Dalla Regione sono arrivati 42mila euro per la scuola media statale «Papa Angelo Roncalli» di Genzano di Lucania; 18 mila euro per l’Istituto comprensivo statale «Tommaso Claps» di Lagopesole nel Comune di Avigliano e infine 16 mila euro per la scuola elementare e media ubicata in piazza Gianturco, a Banzi.

Altre risorse continuano a stanziarle le Province. Quella di Potenza, in particolare, è intervenuta per l’Itis di Picerno (302.127,29 euro), l’Itcg «D’Errico» di Palazzo San Gervasio (214.329,61 euro), il liceo Scientifico di Genzano (318.653,91), l’Ipias di Potenza (369.266,68) e Liceo Scientifico «Galileo» di Potenza (464.811,21). Grazie ai fondi investiti nel settore fino ad oggi, alcune strutture (come la Domiziano Viola di Potenza) sono diventate il fiore all’occhiello dell’ingegneria antisismica in città. Ma non basta. L’intenzione, attraverso un Centro di Competenza sul rischio sismico cui partecipano Università e Regione, è di stilare una lista del rischio potenziale di ospedali e scuole, per determinare le priorità di intervento.

28/9/2008

 

 

 

 

 

 

SCUOLA: UNA SU TRE E' A RISCHIO SISMA, IL 50% NON E' A NORMA SICUREZZA

 
(ASCA) - Roma, 19 set - Quindicimila scuole italiane sorgono su aree a rischio sismico, circa il 50% non hanno tutte le certificazioni di sicurezza. Numeri che parlano di una vera e propria emergenza dell'edilizia scolastica, con provvedimenti e finanziamenti spesso insufficienti, mentre le nostre scuole restano, senza sistemi di sicurezza adeguati e privi delle tecnologie minime per consentire la messa in rete dei nostri futuri cittadini.

Ieri il premier Berlusconi accompagnato dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha inaugurato la nuova scuola di San Giuliano, teatro nel 2002 della tragedia che porto' alla morte di 27 bimbi e una maestra, annunciando il piano per la messa in sicurezza dei primi 100 edifici scolastici a maggior rischio sismico.

Ma qual e' lo stato di salute complessivo dei nostri edifici scolastici? In Italia oltre quindicimila plessi di ogni ordine e grado, praticamente una scuola su tre, si trovano in zone ad alto e altissimo rischio sismico senza esser stati ristrutturati secondo la normativa sismica entrata in vigore nel 2003: significa che 8 milioni di bambini e ragazzi ogni mattina entrano in classi dove non ci sono i requisiti di sicurezza previsti per legge.

Per metterle in sicurezza servirebbero 4 miliardi di euro, ma per il momento i finanziamenti sono fermi ai 494 milioni stanziati dal Cipe in due interventi, nel 2004 destinato a 738 scuole, e nel 2006 per lavori su altri 876 plessi. Su quasi 42mila istituti scolastici, ci sono 2.760 edifici inseriti nella prima fascia e 12.609 nella seconda. E gli interventi in fase di realizzazione sono poco piu' di 1.300.

La grande maggioranza degli istituti a rischio sono in Calabria (1.196 in prima fascia e 661 in seconda), in Campania (400 in zona 1 e 2.553 in zona 2), in Sicilia (276 e 2.545), in Abruzzo (276 e 476). Particolare il caso della Toscana, dove non vi sono scuole inserite nella prima fascia, ma sono 1.439 quelle in seconda. Le regioni italiane dove invece non vi sono scuole a rischio sono il Trentino Alto Adige, la Valle D'Aosta e la Sardegna.

La classificazione sismica del 2003, contenuta in un'ordinanza della presidenza del Consiglio, copre tutti i comuni italiani: 708 sono quelli inseriti nella zone ad altissimo rischio, 2.345 ad alto rischio, 1.560 in aree che possono essere soggette a sismi modesti, 3.488 (poco meno della meta') in zone non pericolose.




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