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URAGANI: SITUAZIONE CRITICA AD HAITI, TIMORI PER UNA QUARTA TEMPESTA

 

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INTERNAZIONALE
4/9/2008   9.50
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URAGANI: SITUAZIONE CRITICA AD HAITI, TIMORI PER UNA QUARTA TEMPESTA
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In meno di 24 ore sono passate da 19 a 61 le persone che hanno perso la vita sotto le piogge torrenziali, le frane e le alluvioni provocate dall’uragano ‘Hanna’ ad Haiti; le perdite si registrano in tutto il paese ma la situazione più difficle è nel porto di Gonaives, 170 chilometri a nord della capitale Port-au-Prince, dove sono morte 22 persone. È il terzo fenomeno climatico estremo che, in altrettante settimane, colpisce il paese caraibico, già stremato da crisi economica e dove le case e il territorio sono particolarmente fragili: prima di ‘Hanna’, l’uragano ‘Gustav’ ha provocato 77 morti e prima ancora la tempesta tropicale Fay aveva causato altre 40 vittime. Gli elicotteri della missione Onu Ministah stanno aiutando a salvare le persone bloccate sui tetti delle case circondate dalle acque, ma fonti ufficiali e mediche non esitano a definire la situazione critica mentre l’ospedale di Gonaives raccoglie un flusso costante di feriti. Hanna ha invece risparmiato l’altro lato dell’isola di Hispagnola, la Repubblica domenicana, dove sono state evacuate circa 11.000 persone ma non si registrano né morti né dispersi. Cresce la preoccupazione su altre due tempeste formatesi nell'Oceano atlantico e dirette ai Caraibi, in particolare ‘Ike’ che secondo i metereologi nelle ultime ore si è rafforzato passando alla categoria di ‘uragano’ di forza 3 (secondo altri già 4); gli esperti non sono ancora in grado di capire se colpirà la terraferma. L’altra tempesta in arrivo è Josephine, che però si ritiene possa perdere intensità prima di raggiungere le isole caraibiche.
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Poichè in diversi ce lo hanno chiesto proviamo a illustrare i diversi significati:


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Per ciclone si intende un violento movimento rotatorio di masse d’aria, combinato con un moto di traslazione, intorno a un centro di bassa pressione: il senso di rotazione è antiorario nell’emisfero nord e orario in quello sud, per effetto della rotazione terrestre. Il ciclone è provocato da un complesso di fenomeni atmosferici determinati dalle alte temperature equatoriali che, in certe zone, creano centri di minima pressione e, quindi, di aspirazione. Verso tali centri convergono i venti, seguendo un moto a spirale che determina un vortice. I cicloni si distinguono in tropicali ed extra-tropicali. I primi (ai quali spetta propriamente l’appellativo di cicloni), pur occupando un’area minore, sono molto più intensi dei secondi e di minore durata e provocano venti di straordinaria violenza.
Uragano è il nome di origine caraibica (hurican) usato per indicare i cicloni che si abbattono sulle Indie Occidentali e i mari che le bagnano. I meteorologi hanno convenuto di chiamare uragano tutti i venti di eccezionale intensità: quelli di forza 12 (la massima) nella scala di Beaufort, corrispondente a una velocità al suolo di oltre 120 km/h.
Con il termine tornado si intende invece una violenta perturbazione atmosferica del tipo delle trombe d’aria delle nostre regioni. I tornado sono frequenti nel Messico e a est delle Montagne Rocciose. Caratteristica dei tornado americani è, oltre all’estrema velocità del vento, la ristrettezza dell’area, di qualche decina o al massimo di qualche centinaio di metri quadrati. I tornado si spostano con una velocità media di circa 50 km/h; la durata del passaggio è di pochi secondi.

ciclone
uragano
tornado





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