emergenze


Terremoto in Emilia, la sorpresa, la memoria.

altSono ormai diversi giorni che la Terra si apre, vibra, sobbalza, trema nella pianura padana. Nel quadrilatero compreso tra Ferrara, Mantova, Modena, Parma si susseguono scosse di media - alta intensità, fino a 6° Richter. Ci sono venti morti , centinaia di feriti, ventimila senza casa, per ora.

Ci sono cento e cento luoghi di culto e di cultura, cento e cento aziende e capannoni crollati; si perde la storia ed un po' presente. Si pregiudica e si ridiscute del futuro.

I tecnici ci dicono che non c'era una grande storia sismica nella zona, che l'ultimo terremoto del quale si ha conoscenza è avvenuto oltre 5 secoli fa e poi quasi più nulla e che quella parte d'Italia sembrava una delle poche regioni geografiche tranquille.

Ho idea che i nostri calendari, i nostri tempi, il nostro modo "scientifico" di valutare la REALTA' del Pianeta sul quale viviamo, debba essere rivisto e riconsiderato. I tempi nostri sono scanditi e regolati sul giorno e la notte, sulla distanza e posizione delle stelle, sui meridiani e sui paralleli, insomma su convenzioni comode per noi umani, ma il Pianeta TERRA è VIVO e si muove a prescindere dall'uomo e dalle regole che si è dato.

Il grave terremoto di Fukushima, quello di Sumatra, quelli ricorrenti in Cile, in Messico, in Turchia, in Cina e quello atteso in California hanno tutti una energia espressa o potenziale immensamente più elevata di quella che stiamo subendo in queste settimane nella val padana.

Giusto per capire di cosa parliamo, nei Paesi indicati, i terremoti al di sotto di 6° NON fanno quasi alcun danno e non si dichiara lo stato di emergenza. 

La nostra penisola, ogni nostro paese e città, ha una grandissima esposizione di beni culturali e storici accanto ad una forte densità abitativa e non riesce a comprenderne i valori intrinseci da preservare con lavori utili in assenza di emergenze.

 

L'Italia ha, purtroppo, altre aree e regioni con esposizione a rischi diversi: la Val d'Agri, la Sicilia orientale, la Calabria settentrionale e meridionale, aree nelle quali il prossimo terremoto atteso farà danni seri alle popolazioni ed alle cose.

Non siamo preparati.

Siamo bravi ad intervenire nella emergenza, montiamo campi, salviamo persone e forniamo assistenza con celerità, professionalità e competenza, siamo veri stupidi nella prevenzione.

La messa in sicurezza delle persone, l'adeguamento antisismico di TUTTI gli immobili, il rafforzamento delle reti e delle strutture di comunicazione sarebbero tutte cose di ottimo investimento occupazionale, ma non se ne vuole parlare, anzi, qualcuno può parlarne, ma non si deve fare.

Quello della MESSA IN SICUREZZA DELL'ITALIA sarebbe un gran bel piano di lavoro nazionale.

Ma succede che la informazione ai Cittadini deve essere la più limitata possibile.

"Non si deve fare allarmismo" è la prima cosa che i funzionari governativi dicono aprendo le riunioni tecniche sul tema (sic!).

Meglio piangere ad ogni piccola, media o grande scossa.    

Pio Acito - disaster manager

alt (Grazie a GEAPRESS.org, agenzia animalista, per la immagine)




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